E’ un’infiammazione degenerativa delle strutture di sostegno del dente (gengiva – osso – legamento parodontale) con conseguenze che iniziano con sanguinamento, tasche gengivali, mobilità dentale, ascessi … fino alla perdita dei denti. Ed ancora, un aumentato rischio di infarto o ictus e altri gravi problemi salutari.
La parodontite è moto comune e con una attenta guida è curabile e facile da prevenire. Quasi sempre è la conseguenza di una cattiva igiene orale, l’uso appropriato dello spazzolino, filo interdentale, e regolare igiene professionale riducono notevolmente il rischio parodontite.
Come si arriva alla parodontite? La parodontite è generata da un meccanismo a cascata : cattiva igiene orale – deposito di residui alimentari – trasformazione in placca da parte dei batteri – la placca si trasforma in tartaro per precipitazione dei sali minerali presenti nella saliva – formazione del tartaro – gengivite e sanguinamento.
Parodontite di III livello:
Continuando a non andare dal dentista l’osso di sostegno risulta essere molto danneggiato, con la profondità delle tasche maggiore di cinque millimetri, è già presente alitosi e può essere presente sanguinamento, pus e tartaro in abbondanza. (Il rimedio ancora possibile, in non tutti i casi, è l’intervento gengivale che consente al dentista di vedere bene, togliere e pulire la parte malata).
Nella parodontite di III livello non fare l’intervento a cielo aperto sarebbe come voler pulire una stanza sporca al buio. Inizio il mio lavoro e alla fine accendendo la luce mi accorgo di aver pulito a macchie di leopardo, per tanto equivale a un fallimento. Per rimuovere tutta la parte malata infiammata e infetta, il dentista usa strumenti manuali, laser erbio, ricostruzione con membrane e osso artificiale (innesto osseo) per favorire la rigenerazione. In mani esperte questo intervento ha buone possibilità di successo. L’intervento prevede l’anestesia locale e la sedazione in particolari casi.